In occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer il CEFPAS, la SINdem (Associazione autonoma aderente alla Società Italiana di Neurologia per le Demenze) e l’Associazione Italiana di Psicogeriatria, organizzano il convegno “Rete assistenziale per le demenze”, che si svolgerà mercoledì 21 settembre 2022 alle ore 10.00 presso la Sala Garsia del Centro.
Il Primo Forum Nazionale dei Caffè Alzheimer è un evento dedicato alle associazioni, enti, professionisti che si occupano e realizzano attività a favore delle persone con demenza e dei loro caregiver. Il forum si pone come obiettivo l’informazione e la formazione sulla demenza, gli interventi cognitivi e comportamentali per il malato, il supporto per i familiari.
Pubblicata la graduatoria per il progetto del Servizio Civile Nazionale “OIA! Over in Action”. Le graduatorie e la data di avvio indicata sono da considerarsi provvisorie fino alla conferma del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale (art. 7 del bando). Sede di realizzazione: ASSOCIAZIONE LA GRANDE FAMIGLIA ONLUS.
Pillole di dopamina, un possibile rimedio per la cura dell’Alzheimer
- 03/06/2018
- Posted by: Bl_grandefamiglia
- Category: News,

Alcuni scienziati italiani hanno scoperto il meccanismo che blocca la memoria: la mancanza di dopamina, un’importante passo verso la cura dell’Alzheimer.
L’area tegumentale ventrale è la regione cerebrale reputata responsabile del rilascio di un neurotrasmettitore, la dopamina. Se quest’area funziona male, ne risente l’ippocampo, un piccolo organo posizionato dietro il lobo temporale, associato alla formazione di nuovi ricordi.
Questa scoperta potrebbe radicalmente rivoluzionare non solo la diagnosi precoce, ma anche le terapie per la cura dell’Alzheimer, concentrando l’attenzione su farmaci che possano stimolare la produzione di dopamina e così bloccare lo sviluppo della patologia.
Una scoperta che aiuterà a trovare la cura dell’Alzheimer
Naturalmente si è ancora lontani dall’aver trovato la cura definitiva contro l’Alzheimer. Occorreranno nuovi studi e molti anni di ricerca, ma questa scoperta può aiutare nello screening della popolazione anziana, specie nei casi in cui i primi sintomi della malattia abbiano già iniziato a manifestarsi. Da questo momento potranno cambiare anche le modalità con cui si acquisiscono e interpretano le scansioni del cervello e i test per la memoria.
Anche il trattamento della malattia subisce un drastico cambiamento, con la possibilità di rallentare, se non bloccare in anticipo il decorso, anche prima che si manifestino i segnali più importanti. Un grande passo della scienza per la prevenzione e la cura dell’Alzheimer.